“L’abilità di Carter negli stili swing, bop e avant-garde fece anche capire che fra noi c’era un personaggio incredibilmente completo – l’apoteosi del jazzista postmoderno”. WASHINGTON POST

“James Carter ha consolidato la sua fama di uno dei giovani sassofonisti più avventurosi e visionari”. JAZZTIMES

“Al centro della scena Carter, apparso come una delle stelle più luminose del panorama del jazz. La sua performance è stata niente meno che una clinic virtuosa, puro divertimento che invita a tenere il ritmo, ferma il cuore e fa sorridere”. DETROIT NEWS

JAMES CARTER è un musicista potente e uno dei sassofonisti più ammirati della sua generazione, che raccoglie applausi per aver spinto il jazz a tutta forza verso il futuro negli ultimi venticinque anni. È animato da un profondo rispetto e un’intima conoscenza della tradizione del jazz, ma, data la sua curiosità per contrasti e ibridi, la sua musica resiste all’imposizione di facili etichette. Nato a Detroit, Carter è cresciuto circondato dalla musica, assorbendo tutto ciò che ascoltava, da funk e fusion, a rock, soul e vari stili di jazz acustico. Il suo album di debutto, JC On The Set, pubblicato in Giappone quando Carter aveva solo 23 anni, annunciò l’arrivo di una nuova forza, importante e potente, nel mondo del jazz. Nel suo album attuale, il 15° da leader, intitolato At the Crossroads, emerge la chimica incandescente del suo Organ trio. James è un musicista espressivo e virtuoso con tutti i suoi strumenti: sax contralto, tenore, baritono e soprano; una rarità in ogni genere di musica.

Un artista sempre incuriosito da contrasti e ibridi, Carter resiste all’imposizione di facili etichette. Nato nel 1969 a Detroit, Carter è cresciuto circondato dalla musica, assorbendo tutto ciò che ascoltava, da funk e fusion, a rock, soul e jazz acustico. Fu il trombettista Lester Bowie che per primo portò Carter a New York, invitandolo a esibirsi con la sua New York Organ Combo. Il legame con Bowie portò nel 1993 alla registrazione di JC on the Set, l’album di debutto di Carter in quartetto, un tour de force che annunciò l’arrivo di un nuovo talento superlativo, egualmente espressivo nel sax contralto, tenore e baritono (anche se nel corso degli anni ha aggiunto diversi altri fiati, in particolare il sax soprano).

Carter trova sempre una via, a prescindere dal contesto musicale in cui si trova. “Bisogna sempre sentirsi a proprio agio, ovunque”, afferma. “Credo ci sia un’enorme bellezza negli incroci e nelle contaminazioni tra musica e influenze”.  Nel 2000 ha lanciato simultaneamente due album di spicco nella scena musicale: Chasin’ the Gypsy, una sessione lirica voluttuosa, in parte ispirata alla collaborazione senza tempo tra Django Reinhardt e Stephane Grappelli, e Layin’ in the Cut, dove groove e libertà armolodica si uniscono a una profonda base funk. Ha esplorato la musica della band di rock alternativo Pavement (in Gold Sounds, del 2005), e reso omaggio a Billie Holiday (in Gardenias for Lady Day, del 2003).

Ha reinventato il combo con organo in Out of Nowhere, del 2005, nel 2009 con John Medeski in Heaven and Earth, e nel 2011 con At the Crossroads. Con il lavoro agile e modale alla tastiera della star nascente del B3 di Detroit Gerard Gibbs, e il supporto propulsivo alla batteria del veterano delle percussioni della “città dei motori” Leonard King Jr., At the Crossroads segna il 10° anniversario del multigenerazionale James Carter Organ Trio. Un sensazionale seguito dell’acclamato Caribbean Rhapsody del sassofonista, pubblicato su etichetta EmArcy, il 15° album di Carter esprime la chimica incandescente del suo trio, con un cast di special guest del panorama di Detroit che aggiunge legna al fuoco sacro della musica.

Partners dell’evento:
Ristorante TROTA BLU
Azienda Vitivinicola Zanotto Col Fondo

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